13 mesi intrappolati nel ghiaccio

Sul finire del XIX secolo i nuovi mezzi di comunicazione avevano accorciato i tempi di percorrenza anche sulle lunghe distanze, tanto che persino le traversate atlantiche erano diventate una questione di routine.
Esistevano però dei luoghi sulla Terra che erano ancora di fatto irrangiungibili o quasi e fra questi due in particolar modo solleticavano la fantasia di esploratori e avventurieri: i due Poli.

La storia della spedizione della nave Belgica, comandanta da Adrien de Gerlache, testimonia perfettamente questo spirito d'avventura e di voglia di conoscenza e al tempo stesso mette in evidenza quanta poca professionalità e invece quanta approssimazione venisse applicata in simili imprese in quegli anni.

Nonostante l'esito di certo non positivo la spedizione della Belgica ha di fatto meritato un posto nella storia per molti motivi.

Anzitutto perché ha permesso a due uomini come il dottor Cook e Roald Amundsen di sperimentarsi in vista delle loro rispettive imprese successive (conquista del Polo Nord e del Polo Sud).

Senza dimenticare che la capacità dell'equipaggio della spedizione belga di sopravvivere per 13 mesi in condizioni estreme è stato studiato successivamente per preparare altre spedizioni con condizioni altrettanto ostile e persino dalla NASA prima di inviare uomini nello spazio.

Una storia che merita di essere raccontata e ricordata, anche nei suoi aspetti peggiori.

Perché quella della Belgica non è un'avventura a lieto fine ma proprio per questo, forse, risulta ancora più interessante e intrigrante.

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