di Redazione inMondadori.it
Veder assengare il 51. Premio Campiello a Ugo Riccarelli il 7 settembre è stato molto commovente. Perché è la prima volta che il riconoscimento va a un autore da poco scomparso (Riccarelli si è spento il 21 luglio 2013 dopo una lunga malattia) e perché, con la vincita de L'amore graffia il mondo, sono le donne che vincono. La storia del libro è infatti incentrata su Signorina, la fragile ma determinata protagonista che racchiude in sé tutte le caratteristiche delle eroine femminili "del quotidiano": le donne che, con i loro piccoli ma grandi gesti, hanno caratterizzato un secolo di storia del Novecento.
La premiazione si è svolta nella tradizionale cornice del teatro
La giuria popolare dei Trecento Lettori Anonimi (289 i voti pervenuti) - che da sempre caratterizza questo premio letterario - era composta da 29 casalinghe, 50 imprenditori, 97 lavoratori dipendenti, 74 liberi professionisti e rappresentanti istituzionali, 33 pensionati, 23 studenti.
Ugo Riccarelli era uno scrittore delicato ed elegante, la cui prosa alterna slanci fantastici a tocchi di acre realismo, mirabilmente fusi in parole che scorrono tranquille, senza scosse apparenti. Ed è proprio in questa quiete drammatica che le vicende di Signorina e della sua famiglia (efficaci e potenti i ritratti del padre Delmo e della sorellastra Ada) trovano la luce che rischiara o abbaglia, una linfa che alimenta e che, a volte, distrugge. Signorina non sceglie mai, c'è sempre qualcuno o qualcosa che indirizza la sua vita, eppure la sua tenacia e la sua determinazione, e forse anche la sua umile generosità, fanno sembrare che sia sempre sua la mano che traccia il suo destino.
In una sera di Natale la Morte va a trovare Charlie Chaplin nella sua casa in Svizzera. Il grande attore e regista ha passato gli ottant'anni ma ha un figlio ancora piccolo e vorrebbe vederlo crescere accanto a sé. In un lampo di coraggio Chaplin propone un patto alla Vecchia Signora: se riuscirà a farla ridere si sarà guadagnato un anno di vita. Inizia così un singolare balletto con la Morte, e quella notte a salvarlo non sarà la tecnica consumata dell'attore ma la comicità involontaria che deriva dagli impacci dell'età.
Un libro "fiume", che racconta gli sconvolgimenti che hanno segnato il primo decennio del nuovo secolo attraverso un impianto narrativo poderoso, ispirato alla Torah e al libro dell'Apocalisse e modellato sui cicli pittorici rinascimentali. Un romanzo implacabile e trascinante, in cui il flusso della storia permea il destino degli individui, e ciascun personaggio condanna gli altri a pagare il prezzo delle proprie scelte, a espiare il castigo o a trovare la redenzione.
Primo Ottocento, primavera. Bianca Pietra, giovane donna di buona educazione e scarsi mezzi, lascia la casa natale sul lago di Garda per approdare nella campagna milanese, ospite di un poeta di chiara fama: don Titta ha l'estro dell'agricoltura sperimentale, che pratica nella sua tenuta, e in più coltiva fiori e piante esotiche nel parco della villa di Brusuglio. E Bianca, abile acquerellista, è chiamata a ritrarre il patrimonio botanico del padrone di casa. Graziosa, ardente, irrequieta, si accinge al compito con slancio, entrando a far parte di una famiglia grande quanto complicata.
Negli ultimi dieci anni Valerio Magrelli ha raccolto, su foglietti sparsi, appunti riguardanti il padre. Quando quest'ultimo muore, quei documenti diventano un materiale prezioso, "il bandolo canoro di un'infinita matassa di storie". ne parla in questo libro diviso in 83 capitoli (numero che corrisponde agli anni vissuti dal protagonista) scavando fra ricordi e storia patria, mentre la biografia sfuma nella paleontologia, se non nella geologia...