Romanzo d'esordio pubblicato nel 1976, "Un borghese piccolo piccolo" ha ispirato tra l'altro un celebre e pluripremiato film di Mario Monicelli con Alberto Sordi nei panni del protagonista. Il libro narra la vicenda di un oscuro impiegato ministeriale che passa le giornate a mandare avanti pratiche in attesa della pensione, brigando per far assumere nel suo stesso ufficio il figlio neodiplomato ragioniere.
Allucinato affresco dell'Italia degli anni di piombo, il libro fu ottimamente recensito tra gli altri da Italo Calvino che scrisse: "Dalla prima pagina il romanzo di Vincenzo Cerami ti prende obbligandoti a fissare uno sguardo spietato su un campione di società italiana quanto mai rappresentativo".
Quattro delitti che hanno "fatto epoca" perché consumati da personaggi che si possono incontrare sotto casa. Dietro il loro destino, quasi a determinarlo occultamente, i miti evanescenti, beffardi di un'epoca. Cerami ricostruisce le trame di questi crimini dopo aver spulciato resoconti giudiziari, verbali di interrogatori, articoli di cronaca, perizie psichiatriche, lettere, diari, confessioni, testimonianze: "Tutte le volte che mi sono immedesimato nelle vittime e nei carnefici per poterli raccontare meglio, ho avuto paura".
L'autore spiega le leggi nascoste che producono la naturalezza del racconto, le tecniche per costruire dialoghi convincenti, gli effetti che si possono ottenere scegliendo di narrare in prima o terza persona etc. Oltre ai capitoli già editi su come scrivere romanzi, racconti e sceneggiature cinematografiche, in questa nuova edizione Cerami aggiunge un capitolo inedito sul fumetto. Uno strumento indispensabile per chi desidera cimentarsi con la letteratura, ma anche un'utilissima guida per diventare lettori più consapevoli. Da leggere e rileggere.
Una storia in bilico tra la lacrima e il riso. Benigni in un campo di concentramento non è un pò come Totò all'inferno? Ma questo è il film che mi catapulta più di tutti quelli che ho fatto nel mondo intero, nella soddisfazione di tutte le cose create che hanno al loro interno il nostro cuore. Perchè, come dicono le sacre scritture, quando la risata sgorga dalle lacrime si spalanca il cielo." E un film che è rimasto nel nostro immaginario.
"Ogni mattina di me amo i più remoti futuri e a sera rimpiango i futuri remoti". Questi versi di Cerami sono attraversati da una vitalità quanto mai intensa, anche se il suo è sempre un atto d'amore, nei confronti della vita, perfettamente consapevole della sua provvisorietà, del suo rapido andarsene: "ho bisogno d'olezzo di morte per parlare della vita". La quale, del resto, è da lui intesa come "tabula lusoria", e dunque come un formidabile quanto sempre rischioso puzzle, come un gioco senza soste fino al definitivo alt.