Moltissimi lettori avranno chiari ricordi di quei giorni, dello stato dei luoghi d'allora, d'una Torino ancora "tanto Fiat" e poco olimpica, un po' affannata e un po' provinciale.
La storia si dipana attorno a Porta palazzo, luogo della memoria per migliaia di torinesi originari o d'adozione, con i suoi suoni, i suoi colori, i suoi odori d'allora. Che - è meglio precisarlo chiaramente - oggi non sono più i medesimi.
Ma anche chi Torinese non è, può avventurarsi con curiosità nel labirinto, anche logico e lessicale, di questa vicenda imperniata attorno alla figura del trentacinquenne Ferruccio Mosello, pittore alla vigilia di un grande evento professionale: l'inaugurazione di una "personale".
E nell'esistenza di Ferruccio, proprio ora, inquietante e non atteso, non aspettato e in parte incognito come il suo destino, irrompe Leonardo, amico scomparso da anni. Scomparso e non ritrovato.
La sua ricerca diviene, per Ferruccio e per il lettore, un rompicapo, con tutta la sua carica di raffinata suspance. Ed anche il commissario Marcello, amico di Ferruccio, che guida la ricerca
Anonimo -