"Alternatim" è un termine impiegato nella musica medioevale per designare l'alternarsi di voce e organo nel canto dei Salmi: come titolo di questo libro, allude all'avvicendarsi di analisi verbali e tematiche - nonché di metodi diversi, e potremmo dire tra Contini e Curtius - che incontreremo nelle sue pagine. Alternanze che il magistero dell'autore ricompone poi in un circolo perfetto. Da un lato, infatti, Pozzi scandaglia i moduli testuali più significativi nell'opera di singoli autori - dall'espressione di lode in san Francesco alla voluta ludica in Marino, dalla citazione biblica in Petrarca al corposo sintagma in Porta e al nome in Manzoni, con incursioni nella narrativa più recente, quali l'esame dell'infiorescenza verbale in Fleur Jaeggy -, dall'altro affronta la complicata elaborazione di motivi letterari e collettivi (il passero solitario, l'occhio basso, la rosa) e di forme metriche e retoriche (l'ottava, l'ossimero mistico). Con la sua capacità di "ascolto" rivolta ora al dipanarsi del testo nelle sue componenti di contenuti e forme ora al profilarsi delle realtà contestuali, Giovanni Pozzi getta inattesi bagliori nell'universo della scrittura, additando ancora una volta alla critica letteraria la via ardua e solitaria della lucidità e della dottrina.
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