Gli Stati Uniti in cui Karl Rossmann si inoltra rappresentano l'emblema di una libertà smisurata che sembra sconfinare nell'anarchia. Un universo labirintico e magico nella sua offerta di possibilità illimitate, ma che poco alla volta si rivela spaventoso. Un Paese in cui è facile smarrirsi, rimanere vittima di cocenti delusioni e finire annientati. Come suggerisce Giulio Schiavoni nell'introduzione alla presente edizione, si può dire che Kafka abbia giocato con questo romanzo un vero e proprio scherzo ai suoi lettori. Ha lasciato che questa venisse considerata la più ottimistica delle opere che Max Brod ha iscritto nella "trilogia della solitudine" (America, Il processo e Il castello), quando invece isolamento ed estraneità tra gli individui, colpa, castigo, esilio e abbandono fanno dell'America moderna qui descritta un luogo di inganni e di solitudine.
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