Cera bisogno dellennesima traduzione di Hamlet? Probabilmente, no. A meno che non si tratti di qualcosa di diverso.
Nel corso degli anni ho parlato con tante persone di questopera formidabile: tutti la conoscono, ma in parecchi non lhanno letta, malgrado sia tuttaltro che un mattone. Ne hanno visto qualche rappresentazione teatrale o cinematografica, sanno di Essere o non Essere (spesso ignorando il tema del monologo), ma si sono persi le pagine meravigliose del poeta.
La ragione principale di questa realtà sta nella maggior parte dei casi nel linguaggio aulico dellopera. Un linguaggio indispensabile per rimanere fedeli al testo originale e valorizzare ogni intuizione di Shakespeare, ma che costituisce un deterrente per coloro che non sono attratti da quel tipo di scrittura o da termini ed espressioni cadute in disuso.
Quindi ho pensato di tradurre lopera in un linguaggio più leggero, più vicino ai giorni nostri, prendendomi qualche piccola licenza a beneficio della chiarezza (parafrasando, per esempio, qualche riferimento alla mitologia) e della dinamicità alla storia. Lo scopo è cercare di ampliare la platea di una delle opere letterarie più complete di sempre: da un arguto senso dello humour a potenti riflessioni filosofiche, da un intreccio narrativo intrigante alla profondità dei sentimenti, nellAmleto non manca niente. Ed è davvero un peccato che tante persone si perdano tanta sostanza a causa della forma.
Ho scelto il format della sceneggiatura per mantenere la scorrevolezza della lettura propria del copione teatrale, ma anche per aggiungere degli elementi descrittivi che alleggeriscano ulteriormente le battute e aiutino il lettore a visualizzare le situazioni.
Il file è adattato all'e-reader e molto gradevole da leggere
Anonimo -