Il giorno del suo rientro a casa, sono tutti in salotto che la aspettano impazienti. I suoi tre figli adolescenti, suo marito, perfino il grasso cane Loki che le corre incontro creando il solito trambusto. Vittoria è lì, sul suo divano, tra i suoi affetti più cari, eppure non li riconosce. Da quando ha perso la memoria, fa di tutto per indovinare chi sono e cosa vogliono, ma il volume troppo alto della radio o il piano della cucina in disordine la tradiscono, ed è chiaro a tutti che la mamma e la donna di prima non ci sono più. Mentre le sedute con la sua algida psicanalista aprono i primi squarci sul passato, Vittoria si aggira per casa spalancando armadi e cassetti per scoprire che la donna che era non le corrisponde per niente: quei maglioncini tutti uguali e dai colori sbiaditi, pacchi di cibo a basso contenuto calorico, il circolo borghese delle amiche dell'aperitivo. Che cosa è diventata? Come uscire dalla gabbia dorata in cui si sente oppressa? Vuole veramente ricordare? "Amore chiama amore risponde" è un romanzo che parla direttamente al cuore. Una testimonianza profonda e bellissima sul vero significato della famiglia, su quanto contino le scelte del passato e sulla grandiosa possibilità di riscegliere in ogni istante cosa vogliamo essere.
La nostra recensione
Al centro di questo romanzo sta l’inesauribile questione di come riuscire ad essere se stessi malgrado i condizionamenti dell’ambiente sociale e familiare e delle nostre stesse scelte esistenziali. Vittoria torna a casa dall’ospedale dove è stata ricoverata dopo un incidente automobilistico in cui ha perso la memoria. Deve imparare da capo a riconoscere i suoi figli, suo marito, e soprattutto se stessa. Non le piacciono i vestiti sobri che trova nel suo armadio, né i prodotti macrobiotici che riempiono il frigorifero, e le amiche che festeggiano il suo ritorno le sembrano insopportabilmente banali e borghesi. Costretta dal suo disagio psicologico a un’ossessiva autoanalisi, si accorge di aver intrapreso percorsi lavorativi e familiari lontani dalle sue vere aspirazioni e teme che, vicina alla soglia dei quarant’anni, sia troppo difficile cambiare direzione, ma il pretesto dell’amnesia le consente di reinventarsi. Da questa sperimentazione nasce una nuova Vittoria, che anche dopo aver recuperato la memoria continua a sviluppare una più attenta consapevolezza di sé, riguadagnando anche rapporti più soddisfacenti con marito e figli, che non le hanno mai fatto mancare il loro appoggio. Daniela Pizzagalli
Anonimo -