"Un libro che sembra una playlist, un diario di viaggio attraverso l'Ucraina..."
Il romanticismo della rivoluzione anarchica di Nestor Machno del 1918, l'infanzia felice in una Unione Sovietica "privata", il passaggio dal comunismo al capitalismo, politica e antipolitica, treni e autostop, amore e nostalgia: tutto si aggroviglia nella prosa punk di un romanzo quasi autobiografia che ci trasporta nei paesaggi della memoria di Žadan, vividissimi eppure forse ormai perduti. Un viaggio sentimentale, lucido e dissacrante, attraverso l'Ucraina orientale, sospesa tra la caduta dell'URSS e lo scoppio della Rivoluzione arancione del 2004, un racconto di formazione sull'essere scrittore e uomo, scandito da un ritmo ubriacante.
"...avevo i miei conti in sospeso con la società lei non mi capiva, e io non l'ho mai perdonata."
Anonimo -