Aniello Falcone è stato per certo uno dei maggiori pittori napoletani della prima metà del seicento. ne era consapevole, alla fine di quello stesso secolo, Luca Giordano, che gli riservava l'alto appellativo di `oracolo delle battaglie'; ne era consapevole, alla metà del secolo successivo, Bernardo De Dominici, che ad Aniello dedicava una delle sue biografie più dense e colorite; e ne erano consapevoli, ancora a cavallo della metà del novecento, studiosi come Fritz Saxl o come Roberto Longhi, che ne avrebbero volta a volta colto con acume i caratteri di originalità nel trattare il genere della battaglia `senza eroe' o la vicinanza al `caravaggismo a passo ridotto' dei bamboccianti romani e al naturalismo schiarito e pittorico di Diego Velázquez... negli ultimi settant'anni, tuttavia, ... questa consapevolezza si è però un po' persa, forse anche a causa della dimensione prevalentemente `di genere' della pittura di Falcone, così che mentre negli ultimi decenni s'infittivano gli studi monografici e persino le mostre dedicate un po' a tutti i pittori - maggiori e minori - della Napoli di primo seicento... l'interesse per Falcone si traduceva soltanto in alcuni saggi su rivista, nelle aggiunte di nuove opere - e specie di battaglie intanto emerse sul mercato - o in studi di altro tipo, divulgativo, documentario o ancora sui disegni, senza che però un vero e proprio lavoro per l'appunto di tipo monografico venisse a mettere ordine nelle nuove conoscenze che intanto andavano emergendo. (dall'introduzione di Pierluigi Leone De Castris)
Anonimo -