Tacito è forse il più grande storico della letteratura latina: fu, tra i romani, ciò che Tucidide fu per i greci. La sua opera è sorretta da un puntuale esame delle fonti che aveva a disposizione: gli Acta senatus e gli scritti dei rerum scriptores che l'avevano preceduto. Imparentato con Giulio Agricola, il conquistatore della Britannia, sostiene gli ideali repubblicani contro la decadenza del sistema politico imperiale, facendo torto, spesse volte, ai criteri dell'oggettività. Il suo stile lapidario, asindetico, ormai assai lontano dalla sonora concinnitas ciceroniana, ha caratteristiche sue proprie. Gli Annali, la sua opera più famosa, ci sono giunti purtroppo lacunosi. I libri XI- XVI, che vengono presentati in questo volume, riguardano una parte del principato di Claudio e quasi tutto quello di Nerone. Tacito sottolinea qui, con toni cupi, la degenerazione del potere assoluto. Edizione con testo a fronte.
Anonimo -