"Qualcosa di scintillante, capriccioso e affascinante come una goccia d'acqua che danza sul fiore di loto." (Banana Yoshimoto)
Kataoka Noni è la figlia di Shizukuishi e ha due papà, Kaede e Kataoka. In Another World, capitolo conclusivo della quadrilogia Il Regno il percorso di crescita di Shizukuishi è ormai compiuto... Ambientata tra Mykonos, Okinawa e Tokyo, la storia di Noni è la chiusura di un cerchio: torna la forza delle piante e delle pietre, l'amore della natura e quello, complesso e ingovernabile, tra gli esseri umani, il confronto con la morte e l'abbandono.
Un invito a leggere il mondo oltre i confini e le gerarchie, a riconoscerci come parte di un unico sistema dove conta soltanto la verità delle sensazioni.
Banana Yoshimoto (Tokyo, 1964) ha conquistato un grandissimo numero di lettori in Italia a partire da Kitchen, pubblicato in Italia nel 1991, un autentico caso letterario. Tra i suoi romanzi ricordiamo anche: N.P. (1992), Sonno profondo (1994), Tsugumi (1994), Lucertola (1995), Amrita (1997), Sly (1998), L’ultima amante di Hachiko (1999), Honeymoon (2000), H/H (2001), La piccola ombra (2002), Presagio triste (2003), Arcobaleno (2003), L’abito di piume (2005), Ricordi di un vicolo cieco (2006), Il coperchio del mare (2007), Chie-Chan e io (2008), Delfini (2010), Un viaggio chiamato vita (2010), High & Dry. Primo amore (2011), Moshi moshi (2012), A proposito di lei (2013). Banana Yoshimoto ha vinto il premio Scanno nel 1993, il premio Maschera d’argento nel 1999 e il premio Capri nel 2011.
La recensione del libraio
Come si fa a non innamorarsi del mondo malinconico e surreale di Banana Yoshimoto. Ogni suo libro dà vita a personaggi che interpretano il nostro inconscio più profondo. Questo che vi propongo è il quarto volume della saga Il Regno. Assolutamente da leggere tutti e quattro!
Voglio andare da un'altra parte, troverò la pace? Voglio andare in un altro mondo, questo mondo ormai è finito Ma continuo a sognare all’infinito senza aver mai visto la luce Voglio andare in un altro mondo, se è possibile andarci Mi manca il mare, mi manca la neve, mi mancano le api, mi manca tutto ciò che nasce e cresce Mi mancano gli alberi, mi manca il sole, mi mancano gli animali, mi mancate tutti Voglio andare da un’altra parte, troverò la pace? Voglio andare in un altro mondo, questo mondo ormai è finito E canto le canzoni più diverse: mi mancano gli uccelli, mi manca il vento che così a lungo mi ha baciato.
Quando a Mykonos vidi per la prima volta Kino su una scalinata di pietra, pensai di essere vittima di uno scherzo degli dèi. Perché tutto il tempo che avevo perduto mi veniva restituito in un istante, nella forma più evidente, e una dolce nostalgia mi riportava il sorriso sulle labbra. O magari solo per prendere in giro me e quella nostalgia che avevo provato ritrovandomi dopo tanto tempo lì a Mykonos.
La postura di Kino, il fatto che portasse occhiali da sole e un bastone, la schiena leggermente curva e il viso da ragazzino schizzinoso mi ricordarono il mio papà. L’aria testarda, la T-shirt in cotone griffata e dai colori delicati abbinata ai chinos di buona fattura lo facevano somigliare a colui che secondo la legge era il mio papà. Avere due papà potrà sembrare strano, ma la mia vita è sempre stata così, quindi per me è naturale. Inoltre aveva anche qualcosa della mia mamma. L'aria vagamente scostante di chi da un momento all’altro potrebbe dire una sciocchezza, un’assurdità, rovinando irrimediabilmente l’atmosfera...
Anonimo -