"L'immortalità è il ricordo che si lascia nella memoria degli uomini. Quest'idea spinge a grandi imprese. Meglio. Meglio sarebbe non aver vissuto che non lasciare tracce della propria esistenza" così scrive Napoleone Bonaparte facendo riferimento a se stesso, ma l'aforismo si potrebbe applicare ad ogni uomo che vuole lasciare una traccia del proprio operato senza compiere obbligatoriamente le imprese napoleoniche. A questa espressione si può accostare l'altra più famosa, dei Sepolcri di Ugo Foscolo, che cioè "Sol chi non lascia eredità d'affetti, poca gioia ha dell'urna". Pietro Nigro, saggista, critico letterario, ma soprattutto poeta ha lasciato finora e continua a lasciare, sicuramente ancora per molti anni, traccia di sé, sia attraverso le sue poesie, che hanno riscosso nel tempo una grande adesione di lettori, sia soprattutto attraverso i critici letterari che hanno scritto molto su di esse e su quant'altro il Nostro ha offerto ai suoi lettori. Con questo spirito e con questo criterio la memoria della sua opera viene tramandata ai posteri con la raccolta, puntuale e ordinata, di saggi critici lunghi o brevi, pubblicati in questo volume dal titolo abbastanza significativo e indicativo Antologia critica delle opere di Pietro Nigro, Volume II (Aggiornamento). Il lavoro infatti è un aggiornamento del volume precedente pubblicato con lo stesso titolo dal Convivio nel 2015. Sia questo, come aggiornamento, sia quello si presentano quale resoconto della sua lunga attività letteraria e culturale e del suo percorso artistico attraverso recensioni, lettere, articoli, ed impressioni personali. Il volume è diviso in tre parti. Nella prima si hanno recensioni sulle diverse opere pubblicate nel tempo, già a partire dagli anni Ottanta, ma non ancora pubblicate in volume. Nella seconda parte si hanno contributi tratti da opere letterarie, giornali, riviste o lettere. Nella terza infine in quali biblioteche è possibile reperire le sue pubblicazioni, per il lettore che voglia leggere o voglia approfondirne alcuni aspetti. Da quanto detto emerge un quadro sull'autore abbastanza variegato e complesso, soprattutto sulla sua poesia che "non ricerca l'appagamento emotivo ma il valore, fondato quasi metafisicamente, del linguaggio inteso come riscoperta dell'incontro tra Natura e Storia", come scrive Teodosio Martucci, senza comunque tralasciare quell' "anelito al trascendente", secondo la definizione che dà della sua poetica, in maniera sintetica ma estremamente espressiva, Luciano Nanni. La ricerca critica dei vari recensori coglie in maniera caleidoscopica soprattutto l'oniricità, le angosce, l'estasi, le descrizioni interiori e paesaggistiche, l'amore e l'emozione che il poeta trascrive dal suo stato d'animo per rendere compartecipe il lettore attraverso la parole scritta, e non solo, dal momento in cui molte delle sue poesie sono accompagnate sa musica e pubblicate in CD in una perfetta simbiosi. In questa complessità si può dire con Angela Ambrosini che il fascino delle sue liriche "risiede anche nell'esplorazione latente nei terreni del pensiero, risultando la sua poesia sorretta da un afflato filosofico che si fa brivido di parola". La riflessione unita alla parola si tramuta però in simbolismo. Infatti Giuseppe Manitta nella Prefazione al volume di liriche La porta del tempo e l'infinito evidenzia un "intenso simbolismo luministico e proprio la luce nelle sue declinazioni temporali (alba-tramonto, propendendo per una maggiore frequenza per il tramonto) indica un punto focale della riflessione: la meditatio finis o meditatio mortis".
Questa Antologia critica, quindi, si pone come approccio iniziale per conoscere la complessa e raffinata opera letteraria di Pietro Nigro, in quanto se da una parte "leggendo le sue numerose pubblicazioni - come scrive Isabella Michela Affinito - si può scorgere il diario di un'epoca che ha coinvolto totalmente il poeta e lo ha fatto suo testimone", dall'altra parte ci troviamo di fronte ad una rico
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