Il lavoro si sviluppa in una comparazione fra il Gramsci politico e la Arendt impolitica. Fissate le coordinate logico-storiche del concetto arendtiano di rivoluzione (rivoluzione politica contro rivoluzione sociale, laddove solo la prima sarebbe vera rivoluzione, quindi guerra di indipendenza americana contro rivoluzione francese e rivoluzione bolscevica), si rinvengono i punti di riferimento della Arendt per introdurre, al fine della comparazione, la riflessione gramsciana sui temi della forza, della coercizione e del consenso che, dall'astrattezza arendtiana, il grande sardo riconduce sul terreno più solido della storia e della politica. In quest'ottica Gramsci risponde alla democrazia consiliare della Arendt con l'esperienza dei Soviet, specie nella variante costituita dai Consigli di fabbrica torinesi.
Anonimo -