Perché un atlante lunare con immagini riprese dalla Terra in un'epoca in cui la Luna è stata mappata più e più volte da missioni concepite a questo scopo dotate di apparecchiature sofisticatissime? La quasi totalità degli uomini guarda la Luna stando coi piedi per terra, non dall'oblò di un veicolo spaziale in orbita intorno ad essa. Insomma, la prospettiva, in questo caso è tutto: un conto è guardare una sfera da lontano ed eventualmente ingrandirla, un altro è invece guardarla da vicino sorvolandola. Per quanto si abbia l'occhio addestrato a leggere la superficie lunare, si hanno grosse difficoltà a orientarsi in prospettive frontali di oggetti che si conoscono in una data prospettiva obliqua, e anche visti in prospettive oblique che non siano quelle proprie dell'osservatore terrestre. Ancora, c'è poi l'aspetto lirico insito nel guardare la Luna, come ci insegnano i più grandi poeti di tutte le epoche, culture e popolazioni. L'osservazione della Luna, se condotta in un modo che va al di là del piano contemplativo, richiede una certa attenzione e impegno, perché la superficie della Luna cambia aspetto di giorno in giorno, e persino di ora in ora. Per questo, le formazioni della sua superficie cambiano nel tempo, e rivelano o nascondono particolari a seconda del momento dell'osservazione. In questo Atlante si potrà scoprire pagina dopo pagina ogni segreto dell'"astro argenteo" passando dai suoi "mari", le sue pianure, ogni suo cratere e picco o altro che sia, il tutto ilustrato in più tavole anche in situazioni di illuminazione diverse, così come nel contesto di regioni parziali diverse.
Anonimo -