Unaffilata lettura di due tra i film mainstream a tema gay di maggior successo degli ultimi ventanni: bellissimi, certo, come sistematicamente rilevato da estasiate recensioni; ma, sotto la superficie magistrale delle immagini, addomesticati nel profondo da uno sguardo edulcorato e ben temperato (dalla buona volontà progressista) sulloggetto omosessuale. D.A. Miller ha studiato negli anni vari aspetti dellindustria culturale, evidenziando il modo in cui la nostra percezione viene continuamente predisposta e smussata e sviata dalle idee ricevute, come dice Franco Moretti nella sua prefazione. Attraverso unanalisi per nulla conciliante dei Segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee e di Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, Miller mostra come questi film siano, in definitiva e nonostante lapparente scabrosità e sincerità del tema toccato, comfort movies in cui la differenza omosessuale è abilmente disinnescata sotto la finezza, il buon gusto e leducato sottovoce dello sguardo registico. Demistificare il lavoro nascosto della repressione culturale nei meccanismi narrativi e filmici che regolano la maschera dellUomo Gay a uso del pubblico equivale, in questi saggi, a rivelare il rovescio della buona coscienza e della discrezione esibite da questi stessi meccanismi lacerando la lamina fotogenica, e inautentica, della bellezza.
Anonimo -