In treno, in autobus, in aereo, con il carretto trainato dai buoi, con la barca a remi lungo il canale, in un brulichio incessante e frenetico: l'India è sempre in movimento. E in mezzo al brulichio cosmico, le 'zie' di Bulbul Sharma. Sballottate, insonni, stropicciate, allettate da nuovi odori o dall'idea di snocciolare nel corso del viaggio una marea di malanni, a gara. Trasmettono una vitalità contagiosa, e un attaccamento quasi religioso alle cose prime della terra. Partono per mille motivi: seguire il marito nominato funzionario britannico a Simla, vedere un'ultima volta il figlio ormai dentista di grido, a Londra, ma troppo spaventato per prendere l'aereo e tornare in visita; attraversare, come nelle fiabe d'avventura, sette fiumi e otto terre per raggiungere il villaggio del promesso sposo. Spassose, brontolone, idealiste, ma anche molto femminili e sensuali, sono le donne indiane le protagoniste di questi racconti. La loro tenacia sorprende, la loro lingua tagliente fa ridere e riflettere.
Anonimo -