Del celebre Comentum di Benvenuto da Imola, la più studiata e ammirata impresa esegetica del dantismo trecentesco, sono note tre redazioni: gli appunti dei suoi due corsi sulla Commedia, tenuti a Bologna e a Ferrara nel 1375-1376, e la versione finale, composta tra il 1379 e il 1383. Attraverso l'analisi comparativa di tale prezioso patrimonio redazionale, il Comentum benvenutiano viene riletto in modo dinamico, come opera in fieri e specchio eloquente di uno straordinario laboratorio dantesco, sullo sfondo della cultura ermeneutica e didascalica coeva. Nel passaggio dalle lecturae al Comentum, Benvenuto affina il metodo esegetico, mediante la riformulazione dell'esperienza didattica e il recupero dell'atmosfera `performante' delle lezioni viva voce; tanto da ricreare, e quasi riflettere, la natura pedagogica della stessa Commedia. Non diversamente, Benvenuto sembra ripensare le basi ideologiche e poetologiche del suo dantismo; quale brillante allievo dell'umanesimo latino di Petrarca e Boccaccio, pur accogliendone alcune delle più ardite conquiste culturali, nel corso delle revisioni del commento ne prende progressivamente le distanze attraverso sottili scarti emulativi, a beneficio della sua sempre più convinta apologia della poesia volgare dantesca, essotericamente votata a un ideale di evidenza rappresentativa e di persuasiva intellegibilità.
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