Le immagini che seguono, riunite sotto il titolo di "Brandelli di città", hanno come filo conduttore quello di raccontare dettagli, frammenti, particolari, brandelli appunto, delle città in cui viviamo, stabilmente o temporaneamente, non importa.
Il sottotitolo specifica che si tratta di "fotografie raccolte per strada", cioè immagini riprese nelle vie cittadine, come cose abbandonate, dimenticate, e per questo ignorate dai passanti, quasi fossero rifiuti di qualcosa che, nella comune interpretazione del termine "bellezza", non ha mai avuto la qualifica di "soggetto bello o interessante da fotografare".
È un progetto in itinere, che potrebbe continuare all'infinito, e proprio per questo limitato
a pochi scatti, che ha avuto regole semplici da seguire: l'uso dello smartphone, l'inquadratura minimalista, l'esclusione di persone o di particolari identificativi della città.
Quest'ultimo punto è importante perché conoscere il luogo in cui sono state scattate le foto priverebbe il progetto dell'universalità dell'immagine, caratteristica decisiva per trasformare un luogo in un "non luogo", ossia in "tutti i luoghi". Scattate in questa maniera le foto diventano l'identificazione delle città in generale, di tutte le città.
Qualcuno mi ha chiesto a cosa serve scattare foto del genere.
Forse, probabilmente, anzi certamente, a nulla, è solo un esercizio di attenzione alle cose... che rallenta i tempi di vita nello spazio in cui ci muoviamo, in controtendenza col resto del mondo.
Un po' come viaggiare su un antico treno a vapore, la cui lentezza permette al viaggiatore di gustare nei dettagli il panorama che gli scorre davanti agli occhi.
Anonimo -