Una delle epoche più straordinarie e meravigliose della storia fu certamente quella dell'Impero Romano.
Roma, fatta padrona del mondo, era divenuta il ricetto delle ricchezze più abbaglianti, delle pompe più fastose dei più prodigiosi ardimenti.
Lo straniero, che metteva per la prima volta il piede fra le sue mura, rimaneva attonito alla vista di tanti monumenti sublimi, e non meno sbalordito dalla immensità della popolazione, che da ogni parte dei vasti domini affluiva in seno alla superba dominatrice.
Roma era il centro comune, al quale metteva capo tutto quanto di splendido e di grandioso emergeva sopra la terra. Le arti della Grecia si erano trapiantate nel Lazio, erano divenute latine, mentre una poesia tutta locale, tutta piena della vita romana vi sorgeva interprete di gloria insieme e di voluttà.
Le più lontane e disparate regioni mandavano alla capitale l'inesausto tributo dei loro prodotti. Frutti deliziosi e non mai veduti, pesci prelibati, vini squisiti, anfore e tappeti per le mense, fiere per il circo, marmi preziosi per le terme e per i templi, gemme per gli ornamenti delle matrone, tutto traboccava in seno alla città colossale.
In mezzo a tanta inaudita ricchezza, a tanta incontrastata potenza, abbondavano smisurate ambizioni, indomite ingordigie, libertinaggio sfrenato.
Tutte quante le passioni più ardenti vi acquistavano un impeto così fiero, una gagliardia così portentosa, da far quasi credere a un mostruoso cambiamento dell'umana natura.
Infine, una gigantesca corruttela, tutto invadendo e trascinando, disperdeva gli ultimi resti delle antiche virtù latine, e traeva a rovina Roma e l'Impero: così la regina del mondo diveniva la schiava di genti barbare e spregiate.
Le vicende dell'Impero Romano presentano dunque lo spettacolo della maggiore e più terribile caduta di cui si abbia memoria. Nessuna elevazione più ardita, nessun tracollo più rovinoso si trovano registrati negli annali dell'umanità. E quindi si può considerare codesta come la lezione più efficace ed eloquente che presenti la storia maestra della vita.
E siccome avviene sovente che la donna, tanto nel vizio come nella virtù, eccede quei termini, ai quali sogliono limitarsi le azioni dell'uomo, così nei fasti dell'Impero si scorge che le donne, e specialmente quelle che soverchiavano tutte le altre nella potenza passarono innanzi agli uomini nel correre l'arringo delle più sbrigliate passioni.
Ond'è che la storia di queste donne, mentre ci porge l'immagine di quel maggior grado di concitazione, al quale siano mai giunte le passioni umane, presenta nello stesso tempo la scena più viva e parlante dell'Impero Romano.
Nessun'altra storia ci offre un viluppo più mirabile, una successione più rapida di avvenimenti, e caratteri così singolari, e azioni così straordinarie, e tanti tragici e comici casi insieme variamente intrecciati.
Anonimo -