Scritto a ridosso di eventi tragici come il terremoto di Lisbona e la guerra dei Sette anni, "Candido" è una ironica meditazione sul destino umano, sul senso della storia e sulla ricerca della felicità, impostosi immediatamente ai contemporanei, diventando uno di quei libri su cui si è formata la coscienza moderna. Zadig, primo eroe romanzesco di Voltaire, arriva sulla scena con grandi pretese. Convinto di essere dotato di ogni virtù, non ultima la modestia, e che queste gli debbano garantire la felicità, si muove con una sicurezza che sfiora la presunzione. Tuttavia, incontrate in amore le prime delusioni, decide di rinunciare alla vita coniugale appena sperimentata, e di ritirarsi in solitudine, cercando la felicità nello studio della natura, nell'esame della vita di animali e piante. Così prende l'avvio la vicenda di questo classico di tutti i tempi. Un gruppo di scienziati si recò tra il 1735 e il 1737 al circolo polare, in Lapponia, a misurare un grado del meridiano terrestre. La misurazione sperimentale fornì una prova supplementare della fecondità scientifica della tesi newtoniana. Questa l'ispirazione di "Micromega". Ma Voltaire riferisce l'avventura in termini freddamente giornalistici, colorati dalla trovata ironica che dà vita al libro: la storia è filtrata attraverso l'occhio di un gigante. Così gli scienziati con la loro nave sembrano minuscoli come insetti, e hanno reazioni più comicamente umane che eroiche: di fronte a un uragano i marinai pensano a mettere in salvo i barili di vino, gli scienziati si preoccupano delle ragazze lapponi che portano con loro. Da lontano si vede meglio. L'artificio alla base del testo è insomma quello di assumere un punto di osservazione esterno e lontano (fino al paradosso), per garantire uno sguardo più acuto, capace di critica lucida e inattesa. Nell'"Ingenuo" si mette in scena un'altra forma di lontananza: non più il mondo della scienza visto dall'immensità del cosmo, ma il mondo civilizzato visto attraverso gli occhi di un selvaggio. L'Ingenuo, che gradualmente si inserisce nella vita della società, sperimenta via via le tappe di un'educazione sentimentale e intellettuale (dal battesimo al fidanzamento alla prigionia alla Bastiglia alle letture filosofiche). Ma, nel passaggio dallo stato di natura alla nuova condizione, affina anche l'innata propensione alla critica della società francese che la sua posizione di esterno gli garantiva fin dall'inizio.
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