Tra canto aperto e ricca opacità del reale, tra amore e disamore, tra sperimentazione e legame forte con la tradizione della lirica francese si realizza l'opera di un grande autore della poesia del Novecento, Guillaume Apollinaire. Scomparso appena trentottenne, sempre amato dai suoi lettori, è stato molto amato anche dai poeti, come dimostra questa antologia, che raccoglie traduzioni di tre di loro, appunto, appartenenti a generazioni diverse, ma legati da un solidissimo filo conduttore letterario: Vittorio Sereni, Giovanni Raboni, Maurizio Cucchi. Ognuno è qui presente con le proprie predilezioni dall'opera di Apollinaire, e dunque con scelte tratte da uno scenario aperto, apertissimo, che include la sintesi magistrale e la grazia sottile dei disegni del Bestiario per arrivare ai componimenti più vasti e articolati, poematici e prosastici come Zona o Vendemmiaio, muovendo dall'acutezza esemplare del Pont Mirabeau o dei Colchici fino ai capitoli della malinconia amorosa del Canto del malamato. Un secolo, dunque, è trascorso dalla scomparsa dell'autore, ma l'emozionante freschezza della sua poesia, così variamente estrosa nel suo compiersi, ci arriva con quell'intatta e incantevole perfezione che è solo dei grandi.
Anonimo -