Il libro è composto da cinque capitoli, che sono un esempio per "iniziare" il lettore alla riflessione teologica, allo scopo di rendere consapevole ogni cristiano della sua chiamata a diventare "teologo", capace cioè di parlare di Dio con sapienza e preparazione, usando anche l'intelligenza per capire e approfondire i contenuti della rivelazione cristiana, quindi per credere di più. Il primo capitolo è un commento al brano evangelico delle nozze di Cana.Il secondo capitolo è una riflessione sulla figura "umile" di Dio, rivelataci soprattutto da Gesù.Il terzo capitolo è una riflessione sul tema della provvidenza divina, che comporta insieme affidamento fiducioso e pieno esercizio della nostra libertà.Il quarto capitolo è un tentativo di recuperare in positivo la figura di Dio giudice degli uomini, vedendola come servizio amorevole e paterno per il nostro cammino di santificazione.Il quinto capitolo è un commento alla parabola del giudizio finale (Mt 25,31-46), letta sulla scia di alcuni padri della Chiesa e della teologia globale del Nuovo Testamento, che intende approfondire il significato della parola "poveri" nei quali è presente Gesù. INTRODUZIONE « Forte della competenza che le deriva dall'essere depositaria della Rivelazione di Gesù Cristo, la Chiesa intende riaffermare la necessità della riflessione sulla fede». Così si esprimeva Giovanni Paolo II al n. 6 della sua enciclica Fides et ratio, invitando i cristiani a spiccare il volo della contemplazione della verità di Dio attraverso le ali della «fede» e della «ragione». Nella nostra società altamente secolarizzata e multireligiosa i cristiani sono « costretti» a prendere sul serio l'impegno di rendere ragione della propria fede (cfr. 1Pt 3,15), passando da uno stadio religioso «infantile» a uno più «maturo », capaci di testimoniare con intelligenza e saggezza la fede professata. Non a caso il papa Benedetto XVI ha voluto indire nel 2011 un Anno della fede, nella speranza di stimolare i cristiani a vivere questo nuovo anno di grazia come « un tempo di particolare riflessione e riscoperta della fede » (Porta fidei 4). Pur se dopo il concilio Vaticano II ci sono state innumerevoli iniziative per accompagnare i fedeli laici ad approfondire i contenuti della rivelazione cristiana (ad esempio, scuole di teologia per laici, diversi percorsi di catechesi e formazione per adulti), sembra persistere il pregiudizio che l'esercizio della riflessione teologica sia quasi a esclusivo appannaggio dei vescovi e dei sacerdoti, nella loro veste di pastori della Chiesa. In realtà, il documento conciliare sulla rivelazione divina (Dei Verbum) sottolinea chiaramente che la rivelazione cristiana progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo non soltanto per mezzo della predicazione dei vescovi, ma anche attraverso la contemplazione e lo studio dei credenti e la riflessione sulle loro esperienze spirituali (cfr. n. 8). Tutti i cristiani sono perciò chiamati a « maturare» nel loro cammino spirituale attraverso lo studio della rivelazione e la riflessione sulle esperienze di fede vissute. Questo non vuol dire, ovviamente, che tutti debbano diventare dei « dottori» in teologia, ma che tutti sono chiamati a mettere la propria intelligenza al servizio della fede, per capire meglio e così credere di più, in modo da diventare uomini e donne capaci di « discorrere » delle cose di Dio con sapienza e cognizione di causa. Questo libro rappresenta un invito a spingere la ragione a penetrare il mistero di Dio per comprenderlo sempre più in profondità. Concetto che la riflessione filosofica afferma già a partire da sant'Agostino ed è statopoi sintetizzato in epoca successiva con la celebre espressione « capire per credere», intimamente e inscindibilmente connessa a « credere per capire ». Gli strumenti base che ogni cristiano ha a disposizione per questo percorso spirituale sono fondamentalmente tre: la fede, la ragione e il desiderio di conoscere le verità divine. A
Anonimo -