Siamo in una scuola media di un paesino della montagna veneta, dove un ragazzino ha compiuto un atto osceno davanti ad una compagna, e linsegnante che lo invita a scusarsi viene prima minacciata dai genitori del ragazzo e quindi denunciata e processata per abuso di mezzi correttivi. Ma non solo: si troverà a combattere quasi da sola questa battaglia, isolata dai suoi stessi colleghi e osteggiata dal dirigente scolastico. Alla fine di una vicenda durata sei anni, la prof ne uscirà assolta, ma con un bagaglio di esperienza e di disincanto nei confronti del suo ambiente, delle relazioni e del ruolo di insegnante. Il fatto suggerisce alcune riflessioni. E fuor di dubbio che maestri e professori abbiano perso quella dignità e quel prestigio sociale che venivano loro riconosciuti fino a qualche decennio fa. I genitori oggi contestano voti e metodi dinsegnamento, e in molti casi non sono più alleati dei docenti ma loro nemici. Ma cè anche un altro fattore determinante che ha fatto maturare la vicenda qui narrata, e si tratta di unabdicazione al proprio ruolo istituzionale da parte del dirigente scolastico che, sentendosi assediato dai genitori, rinuncia a far osservare le più elementari regole di disciplina e di rispetto dellinsegnante, lasciando i docenti a sbrigarsela da soli. Larma della denuncia per abuso di mezzi correttivi è diventata, per insegnanti e dirigenti, un deterrente allo svolgimento del loro lavoro. Questo libro, ispirato ad un fatto realmente accaduto, non vuole essere un atto daccusa o di critica nei confronti della Scuola, ma si propone di smuovere una discussione costruttiva sullassunzione di responsabilità che ognuno di noi ha il dovere di osservare, nello svolgimento delle proprie funzioni, in qualsiasi ambito lavorativo.
Anonimo -