Nella clinica per alcolisti nevrotici di Cery, in Svizzera, circondato da persone che ne condividono il dolore e la sorte, uno scrittore lotta per liberarsi dalla morsa della malattia e dall'invadenza dei medici. Se da una parte la guarigione gli è ormai necessaria, dall'altra il protagonista è in costante contesa con chi prova a curarlo. Vittima di un'ansia inguaribile e di attacchi di angoscia, ha cercato sollievo nell'alcol fino a sviluppare un'autentica dipendenza. Nulla gli è stato ancora di sollievo e certo non ripone speranza nella nuova clinica. Il ricovero, tuttavia, gli consente di innamorarsi contemporaneamente di più donne, degenti a loro volta e in lotta contro i propri fantasmi. Ispirato dal sentimento, mentre scrive delle lettere d'amore che non recapiterà mai, il protagonista ripercorre il proprio passato, sulle tracce di sé. Il suo malessere ha una fonte certa: una totale inadeguatezza rispetto alla società in cui è vissuto che, sempre più cinica e materialista, condanna i più sensibili all'esclusione, alla sconfitta fisica e morale. Il dialogo tra le persone è sempre più difficile e, in assenza di empatia, mai come adesso il genere umano sembra condannato all'incomunicabilità. Nella clinica di Cery non finiscono perciò le vittime del vizio e dell'indolenza, ma coloro che per osservare il mondo dritto negli occhi, con attenzione e lealtà, sono sprofondati in un abisso.
Anonimo -