Già nel titolo del libro ["Christianismus de hoc mundo"] viene a esprimersi il senso dell'impegno dell'Autore, attento ad una revisione della accezione storiografica corrente: volta a magnificare la incidenza del Primo Cristianesimo sulla realtà del tempo, venendo così a "cristianizzarla". Meno sentito il tema di quanto sia stata invece quella composita realtà umana ad operare sui modi del Cristianesimo nascente: tanto da confortare la tesi che - nei primi secoli cristiani - non tanto sia stato il Verbo a "cristianizzare" la Romanità, quanto sia stata questa a "romanizzare" - in più d'un tratto - il Cristianesimo: tanto da fare del Cristiano un "civis optimus". È un tale Cristianesimo quello che vien riconosciuto lecito e man mano accolto dalla Autorità Imperiale: in tal misura da fare dell'inscindibile binomio "trono-altare" il fondamento primo della Autorità Imperiale. Di qui un successivo svolgersi [in forme svariatissime] di questo fondamentale "binomio teo-politico": per come destinato ad atteggiarsi - per lunghi e lunghi secoli - a fattore qualificativo della compagine europea.Piero Bellini, nato a Bologna nel 1926, ha insegnato Diritto Ecclesiastico e Canonico e Storia delle dottrine politiche alla Università di Ferrara, Diritto ecclesiastico a Pisa, Diritto canonico a Firenze, Storia del diritto canonico alla Sapienza di Roma. È aurore duna robusta quantità di scritti in Diritto internazionale, Diritto canonico e ecclesiastico, di Storia del diritto. È Professore Emerito della Università di Roma, e Accademico nazionale dei Lincei.
Anonimo -