Per oltre venti anni - dal 1949 al 1971 - la rappresentanza della Cina alle Nazioni Unite è una delle questioni più controverse della Guerra Fredda. Il seggio cinese, con potere di veto all'interno del Consiglio di Sicurezza, è occupato dal governo di Taipei mentre la Cina popolare resta esclusa. Si tratta di una situazione paradossale: l'assenza del paese più popoloso del mondo è, infatti, inconciliabile con i principi e gli obiettivi che avevano portato alla costituzione delle Nazioni Unite. La questione della rappresentanza della Cina s'intreccia con le principali vicende internazionali: la Guerra di Corea, l'ascesa e il declino del movimento afro-asiatico, la rottura fra Cina e Unione Sovietica, il conflitto indocinese e, infine, il riavvicinamento fra Cina e Stati Uniti. Addirittura, in alcuni paesi - come l'Italia -il tema entra nel dibattito politico nazionale. L'esclusione della Cina popolare, infatti, viene considerata da molti come il simbolo stesso del neo-imperialismo americano.
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