Un regista sovietico in esilio, una desaparecida argentina, un'intellettuale romana solitaria, un giornalista siciliano tra fascismo e comunismo, un bracciante molisano, un diplomatico tedesco: ogni personaggio una "città distrutta" dal potere, dall'autorità dello Stato, della politica e dei totalitarismi. Percorsi esistenziali che avrebbero voluto essere diversi ma che, interrotti e contrastati da una storia collettiva calendarizzata da altri, non si compiono e non toccano la felicità. L'opera rielabora e accresce il genere biografico mescolandolo alla finzione. Le fattezze di ciascun ritratto sopravvivono come un calco alla sua matrice, fino a sembrare biografie: ma è tutto rubato! Sono echi, repliche di originali, biografie fittizie ispirate a vite effettive. Ogni ritratto muove da fonti edite o materiali d'archivio, fatti accaduti e documentati, ma va oltre la semplice ricostruzione. Sintomo di questa doppiezza sono le stesse citazioni: opere e autori menzionati a volte sono reali, più spesso di fantasia che legittimano in un qualche modo una narrazione a metà fra realtà e finzione.
Anonimo -