Oggi, per la prima volta nella storia, la gran parte dell'umanità vive in città, spesso in megalopoli con oltre 10 milioni di abitanti. Ma cosa rende le città tanto attraenti? E perché in certi momenti alcune emergono per dinamismo, piacevolezza, creatività e altre decadono e si spengono? Perché una città vince e una perde?
Babilonia, Gerusalemme, Atene, Roma, Parigi, Londra, New York, Pechino da sempre nella storia le città hanno determinato i cambiamenti decisivi per l'umanità. E oggi, più che mai, sono le città il terreno di competizione e di conflitto a livello globale: ci sono città che crescono e che vincono e altre che declinano e che perdono. Alcune addirittura letteralmente affondano. In questo libro, attualissimo, documentato e ricco di dati, Francesco Rutelli riconosciuto oltre le linee di divisione politica per la visione e i risultati ottenuti nel governo della Capitale descrive le sfide dell'innovazione e quelle per la vivibilità, le trasformazioni possibili e i problemi che faranno la differenza per città, metropoli, comunità di cittadini. La crisi climatica imporrà cambiamenti profondi. La transizione digitale e quella dell'Intelligenza Artificiale muteranno abitudini, servizi, istruzione, lavoro; creeranno opportunità e anche minacce, sino a forme di sorveglianza di massa. Non avremo edilizia, produzioni manifatturiere, né organizzazione degli uffici e del commercio uguali a quelle che abbiamo conosciuto per decenni. Dovremo cambiare molte realtà dell'abitare, della mobilità, del tempo libero. Crisi demografica e immigrazione imporranno scelte cui siamo tuttora impreparati. Tra le domande cui risponde il libro: sarà meglio puntare sull'industrializzazione del turismo, su nuove infrastrutture e architetture, su grandi eventi, su cultura e patrimonio, sull'attrazione di investimenti e finanza o maggiormente sulla knowledge economy, basata su tecnologia, ricerca, innovazioni, centri di formazione di eccellenza? Nel mondo, qualcuno prenderà il testimone di Silicon Valley o di Hollywood? Come impatterà il caos delle nuove megalopoli africane sul futuro prossimo dell'Europa? Sarà Singapore, o una conurbazione cinese, a interpretare il ruolo svolto per decenni da Hong Kong? Davvero verrà costruita NEOM, la città saudita nel deserto, lunga 170 km e con 9 milioni di abitanti? Crimini e violenze urbane metteranno in ginocchio grandi centri che prosperavano fino a poco tempo fa? Il modello europeo avrà un avvenire globale, a partire da Londra e Parigi? E l'Italia? I nostri centri tra città-regione e reti connesse di città e territori potranno rinnovarsi ed essere attrattivi? Quali potrebbero essere i nuovi modelli di governo e organizzazione capaci, finalmente, di realizzare trasformazioni coraggiose per quello che riguarda la sostenibilità, l'autonomia energetica, la gestione delle acque e una nuova e re-inventata partecipazione civica?
Anonimo -