Un adolescente (Emilio) scopre, quasi per caso, che suo padre potrebbe avere dei rapporti con i terroristi delle Brigate Rosse. L'uomo è un docente universitario, e uno dei suoi allievi commette un attentato durante il quale viene ucciso. La sua ragazza, costretta alla clandestinità, mantiene i contatti con il professore. Emilio denuncerà entrambi alla polizia. Così riassunto, ci si aspetterebbe un pesante dibattito su quanto di buono o di cattivo ci sia nella lotta armata. Invece nulla di tutto questo. Gianni Amelio non si interessa ai terroristi più di quanto Robert Bresson si interessava al nazismo quando girava "Un condannato a morte è fuggito". Il soggetto, questo si un vero soggetto, è l'incontro di un figlio col proprio padre. La grande forza del film e la sua arditezza è stata quella di prendere un tema politico, che ha fatto il successo del cinema italiano, e di accantonarlo come un fatto di secondo piano rispetto alla storia intima, che pone invece come fondamentale
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