"Chi pensa che scrittori si nasce, sbaglia. Troppi libri, troppi giornali, ci dimostrano il contrario. Sembrerebbe allora che lo scrivere - come il suonare uno strumento o il disegnare - presupponga l'acquisizione di una tecnica. E anche un atteggiamento diverso rispetto alla parola". Giuseppe Pontiggia (1934-2003), uno dei maggiori scrittori del Novecento, riflette sul valore della parola e sul rischio del suo snaturamento nell'epoca della predominanza della comunicazione orale e dell'immagine.
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