A dieci anni si accorge di calciare sempre con il destro. Non sta bene, pensa, e si mette a tirare di sinistro, per un senso di giustizia. Scrive con la sinistra, mangia con la sinistra, il segno della croce no, è la mano del diavolo, che infatti sta sulla spalla sinistra, l'angelo custode invece sulla destra, tutto perfettino, mani giunte, un po' antipatico. La strada è segnata: a sinistra. Qui trova i vecchi compagni di una volta e i preti novelli di adesso che Cristo è venuto per i poveri, ma non di spirito, e che anche quando un giusto perseguita un malvagio, Dio è dalla parte di chi è perseguitato. Si batte per riscattare la sua gente, le prova tutte, si mette anche in politica. Presenta una lista che gli altri se la sognano. Chi se ne intende li tranquillizza: sono troppo bravi, non ce la faranno mai. Quelli che proprio non sopporta sono i ruffiani, quelli che se hai un problema vai a farti raccomandare, invece di lottare tutti assieme. Scopre così la legge di Paolino: ai sucùi è più facile metterglielo in culo che in testa. Però... Però cosa? Però... niente. Reginaldo Dal Lago ritorna a raccontare di scelte da e con i perdenti, con la sua caratteristica scrittura rapida, ironica e dissacratoria.
Anonimo -