Gli psicoanalisti si sono sempre posti il problema di come tradurre la soggettività dell'esperienza clinica in una dimensione possibilmente condivisa. Gli autori cercano di mettere in scena il lavorio della mente, di coglierne le successioni e le sincronie, le radici prossime e remote di ogni punto di vista, mentre il pensiero cosciente è attento ad osservare il rapporto con l'altro e cerca di evidenziarne le sue dinamiche. L'analista non è in grado di spiegare completamente le sue interpretazioni, o le sue costruzioni, alla stessa stregua in cui non si può pretendere che un artista spieghi la sua opera.
Anonimo -