L'opera, divisa in tre centurie (le prime due pubblicate in vita dall'autore a Venezia, l'ultima data alle stampe invece nel 1615 con il titolo di Pietra del paragone politico), è costituita da una serie di resoconti, i ragguagli appunto, che descrivono le discussioni e i processi che si svolgono sul monte Parnaso. Qui, secondo l'autore, oltre alle Muse e ad Apollo che vi regna, si trova anche un nutrito gruppo di letterati e politici noti al pubblico colto dell'epoca. Le dispute hanno per oggetto avvenimenti e personaggi del passato e del presente; in questo modo l'autore può satirizzare la vita politica italiana e in particolare quella romana.
La situazione dell'Italia, così come descritta nell'opera, è molto negativa; eppure, l'autore non pensa a nessun possibile rimedio e assume un atteggiamento di sostanziale rassegnazione: ritiene infatti che di volta in volta vada scelto quello che è il male minore. Boccalini dunque è molto lontano dalla saggistica utopica che, in quegli anni, annoverava tra i propri esponenti Tommaso Campanella e Francesco Bacone.
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