Il Museo Cantonale d'Arte presenta un'esposizione volta ad indagare - attraverso le opere di alcuni protagonisti del XX secolo - il superamento del concetto tradizionale di forma nella cultura artistica occidentale. Risulta infatti sempre più evidente, nella distanza temporale, come molti artisti abbiano saputo rinnovare radicalmente il senso e le modalità espressive della pittura ponendo, quale elemento centrale della loro dimensione estetica, una messa in questione del valore della forma. La ricerca di un rinnovamento nel linguaggio pittorico, finalmente affrancato dalla tradizione, si è sviluppata trasversalmente attraverso i movimenti e ha saputo esprimere nell'individualità dei singoli artisti gli entusiasmi e le inquietudini della loro epoca. Per l'esposizione sono stati riuniti oltre cento dipinti e opere su carta, provenienti da una sessantina di prestatori fra musei, fondazioni, gallerie e collezionisti privati, selezionati secondo un criterio tendente a illustrare le fasi successive dell'elaborazione formale dei singoli artisti, attraverso opere inedite o poco note alle quali vengono affiancate quelle più celebrate. Il catalogo riflette la struttura della mostra e si apre con opere di Kandinsky, Klee e Prampolini realizzate attorno al 1914, rappresentative delle fondamentali riflessioni di questi artisti sulle potenzialità espressive di forma, colore e materia. A queste fanno seguito una serie di opere straordinarie di Fautrier, Hartung, Dubuffet, Fontana e Mirò degli anni Venti e Trenta. Dipinti e disegni, sovente di dimensioni contenute, attraverso i quali gli artisti introducono, con grande anticipo, talune soluzioni formali che diverranno fondamentali nella definizione di una nuova spazialità e di un nuovo rapporto con la materia pittorica. Un testo critico di Lorenza Trucchi, co-curatrice con Marco Franciolli della mostra, approfondisce il tema del superamento della forma tracciando un percorso di lettura volto a rilevare i contributi, in tale ambito, dei diversi artisti. La sezione principale della mostra si estende fino alla fine degli anni Cinquanta, con opere di Fautrier, Wols, Dubuffet, Hartung, Hofmann, Tapies, Michaux, Pollock, DeKooning, Kline, Gorky, Tobey, Sam Francis, Rothko, Mathieu, Bryen, De Sta, Fontana, Burri, Capogrossi, Vedova e Morlotti. Informale, espressionismo astratto, action painting sono alcune delle definizioni entro le quali si è tentato di sistemare il manifestarsi - sincronico e internazionale - di una moltitudine di personalità che hanno saputo imprimere una svolta radicale alla storia dell'arte del XX secolo. I saggi relativi a questa sezione sono a cura di Geneviève Bonnefoi e Thomas Messer. La critica francese incentra il suo testo sulla situazione artistica a Parigi nel dopoguerra, presentando la fitta rete di artisti, spesso dalle nazionalità più disparate, che ha animato una delle stagioni artisticamente più fertili della capitale francese.
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