Un luogo comune, in fondo benevolo, sostiene che gli italiani stimino i tedeschi ma non li amino, mentre dal canto loro i tedeschi gli italiani li amerebbero senza però stimarli. Sulle reciproche percezioni pesano, sicuramente gli eventi tragici accaduti nella prima metà del Novecento e tuttavia a far da recente barriera contribuisce, per l'Italia, il fattore linguistico. Se per gli ambienti colti dell'Ottocento e del primo Novecento il tedesco era lingua considerata necessaria, oggi il predominio anglosassone e la politica della traduzione rende terra incognita la Germania e la sua produzione storiografica e saggistica anche ai gruppi sociali più informati. Certo, alcune sintesi sono disponibili, ma quasi tutte si occupano di periodi specifici della storia tedesca, e molte sono opera di autori germanici, usi a dare per scontate quelle conoscenze di fondo che da noi invece sono di nicchia. E parso allora sensato proporre una "sintesi estrema", che fornisse un quadro generale degli eventi e dei processi intervenuti nel millennio intercorso tra l'incoronazione di Ottone I e oggi. Con un'importante premessa: è solo dalla metà del secolo Diciannovesimo che il concetto di Germania corrisponde a qualcosa di reale (lo stesso vale, del resto, per l'Italia); in precedenza ad esistere era solo uno spazio germanofono, dai confini estremamente indistinti, al cui interno operavano istituzioni, strutture sociali, articolazioni del potere tutt'altro che univoche.
Anonimo -