Maurice Bloch ha elaborato nel corso degli anni un'originale e autorevole teoria del rituale. In questo volume propone una lettura radicale del nucleo irriducibile e universale dell'esperienza religiosa, basata sull'idea che i rituali svolgano, nelle diverse società, la medesima funzione di negare la transitorietà della vita e delle istituzioni umane. Bloch illustra come tale negazione venga operata attraverso un processo intimamente segnato dall'elemento della violenza. Contrariamente alle interpretazioni prevalenti, tuttavia, tale violenza non si esprimerebbe soltanto nel movimento verso il trascendentale che caratterizza la prima fase di rituali come l'iniziazione o il sacrificio: ben più significativo, per Bloch, è il movimento della ''violenza di ritorno" che accompagna la necessaria reintegrazione dell'individuo nella comunità e che si esprime in forme di consumo aggressivo dell'ambiente circostante (piante e animali, ma anche nemici umani). L'argomento, sviluppato in relazione a rituali differenti, tratti da una grande varietà di fonti etnografiche, permette quindi di avanzare interessanti ipotesi interpretative circa la relazione indiretta della violenza rituale e simbolica con la violenza politica, e la possibile traduzione dell'esperienza religiosa in un idioma dell'espansione e della conquista.
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