Primo giornalista del Regno dItalia a sbarcare nella Trieste redenta dal cacciatorpediniere Audace il 3 novembre 1918, Rino Alessi (già direttore del Giornale del mattino di Bologna) si arruolò volontario nel genio allo scoppio della guerra nel 1915, inviando una serie di articoli dal fronte a Il Secolo di Milano, diretto da Giuseppe Pontremoli. Su proposta del generale Porro Della Bicocca, sottocapo di Stato Maggiore con Cadorna, Alessi fu chiamato nellaprile 1916 allufficio stampa accreditato presso il Comando Supremo. Mentre le sue lettere continuavano ad apparire sul Secolo, sul Messaggero di Roma e sul Giornale del mattino di Bologna, dallaprile 1916 alla fine della guerra avviò con il direttore Pontremoli una corrispondenza riservata, nella quale venivano fornite informazioni non note allopinione pubblica su molti aspetti delle battaglie dellIsonzo e di Caporetto, sul Comando Supremo e sulle polemiche interne.Queste lettere, che vanno dallottobre 1916 al maggio 1918, furono pubblicate per la prima volta nel 1966, contribuendo a gettare nuova luce su una delle fasi più ardue della Grande Guerra. A tuttoggi, quando oltre un secolo è trascorso dalla stesura, lepistolario è uneccezionale fonte di analisi per la Grande Guerra, soprattutto perché consente di conoscere da vicino il Comando Supremo dellesercito italiano, e di comprenderne punti di forza e debolezze, tattiche e preoccupazioni anche rispetto allopinione pubblica, a lungo tenuta alloscuro riguardo a molti elementi. DallIsonzo al Piave testimonia una pagina dolorosa e cruciale di storia, grazie alla penna elegante e allocchio critico di un maestro del giornalismo italiano. In questa rinnovata edizione, le lettere sono arricchite da un apparato fotografico in gran parte inedito.
Anonimo -