La storia di Adelasia Cocco si spinge oltre la vicenda biografica e va al cuore della vita sociale e politica da fine Ottocento agli anni Cinquanta del XX secolo, passando per due guerre e la dittatura fascista. Nel mezzo il vertiginoso "salto" dalla Sardegna al continente per studiare medicina; gli studi tra Pisa e Sassari, dove si laurea; il contrastato accesso alla condotta medica a Nuoro; il difficile percorso professionale da medico condotto a ufficiale sanitario a direttore del laboratorio provinciale di igiene e profilassi. Nata a Sassari nel 1885, era figlia di un cancelliere di tribunale, folklorista e scrittore, amico di Grazia Deledda, la cui dirompente strategia di emancipazione aveva fatto colpo sulla giovane A., che già coltivava il sogno di diventare medico. Elegante, colta, coraggiosa, sicura di sé, sfida il prefetto che, nel 1914, non vuole firmare la sua nomina a medico condotto, e affronta a cavallo strade dissestate e malsicure per raggiungere i malati. Nel 1923, dopo l'ascesa al potere di Mussolini, è messa sotto accusa per la sua "compiacenza" nei confronti di una maestra antifascista; negli anni Trenta la sua indisponibilità a diventare strumento della politica demografica e sanitaria del regime la espone ai continui attacchi dell'amministrazione provinciale. Con risoluta determinazione resiste al tentativo delle autorità locali di privarla del posto di direttrice del laboratorio. Una prova di resilienza, la sua, che apre una finestra sulla misconosciuta opposizione al regime di tante donne. Prefazione di Rosy Bindi.
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