Dalla frustrazione generata dalla censura dei social nasce l'idea di creare un magazine indipendente e materiale; uno strumento di condivisione alternativo in grado di privilegiare qualità e bellezza piuttosto che velocità di fruizione e quantità. "Diablerie" punta non solo a diffondere concretamente contenuti di qualità, ma anche a ridefinire il senso stesso di fruizione, mettendo in discussione i più comuni preconcetti alla base della censura stessa: moralità, etica, estetica, volgarità. "Diablerie" esiste solo in forma cartacea, per precisa scelta editoriale. Su internet e sui social sono presenti solo brevi trailer. Le fotografie di "Diablerie" parlano, poiché la fotografia è linguaggio. E colpire chi guarda è uno degli obiettivi della rivista. Le prese di posizione contro pensiero religioso, superstizione, discriminazione e capitalismo sono nette e manifeste. Nel terzo numero, il collettivo e gli ospiti raccontano la tragedia e la bellezza che si celano nella morte. Compagna amata e odiata dagli artisti ma indissolubilmente legata alla nostra condizione umana. Immagini di grande intensità, shoccanti e "magnetiche", dove ogni dettaglio è curato in modo maniacale. E così i testi, che siano racconti, poesie o brevi suggestioni.
Anonimo -