L'autrice ricostruisce la genealogia del dissenso legata al dubbio e alla renitenza vaccinale attraverso un approccio etnografico. Analizza le posizioni sulla libertà di scelta vaccinale e terapeutica espresse prima della pandemia, in cui trovano origine le manifestazioni di rifiuto del vaccino antiCovid-19 e delle misure di contenimento del virus. Moltissime sono le voci ascoltate. Non solo no-vax, ma anche free-vax, esitanti, medici e pediatri specializzati in medicine alternative e complementari, fondatori e educatori di scuole "alternative" e, infine, no-Covid-vax e no-green pass. Il dissenso vaccinale emerge come manifestazione di una corrente di pensiero che denuncia il potere politico dello stato e dei suoi apparati ai danni della cittadinanza: un'inquietudine di lunga durata che rispecchia anche le discussioni critiche sul mondo che ci circonda. La creazione di schieramenti teorico-ideologici (no-vax/sì-vax) e la riduzione della diffusione del complottismo a un problema di fake news, non consentono di restituire la complessità del fenomeno. La diffusione del dubbio emerge come alimentata da una profonda frattura dei rapporti tra cittadinanza, istituzioni e mercato.
Anonimo -