In questo eccentrico dialogo l'autore porta a compimento alcune riflessioni sul tema del tempo, abbozzate in un precedente scritto. Contenuto serio, stile faceto, questione chiarita: si scopre che il tempo non è nulla di enigmatico, pur poggiando sul mistero. La scelta del genere letterario è suggerita dai differenti giochi della parola tempo nella vita ordinaria, nei calcoli della scienza e nella speculazione filosofica. Per tale ragione, accanto allo scienziato e al filosofo, non troviamo la figura bruniana del pedante, ma la sagoma familiare dell'uomo comune.
Anonimo -