Questo scritto visionario parla di un viaggio, pur senza un Virgilio, tuttavia certamente non meno fantasioso dei versi del sommo Poeta Dante Alighieri, sebbene molto, ma molto meno universale e importante ed anche meno ancorato a una realtà per così dire terrestre.
L'Autore, poi, vede particolari attinenze fra quanto dice Dante e quanto lui stesso abbia tentato di comunicare. Si tratta di un viaggio onirico, ma nessuno, neppure l'autore, sa se si tratta o se si può trattare di verità, di finzione, di sola speranza, di sogno o realtà.
Il protagonista, dopo innumerevoli vicissitudini nell'Universo e nei Multiverso, accede addirittura alla Divinità assoluta, dopo aver affrontato il Dio Yahvè e Allah e forse, arriva a consentire a Dio di essere Dio. E' un libro indefinibile, in parte horror, in parte fantascienza, in parte psicodramma, in parte che cosa? Filosofia? Teogonia? Ebbene, difficile dire, soprattutto se ancora non lo si è letto.
Anonimo -