Dopo Infanzia e Gioventù è finalmente in arrivo il capitolo conclusivo dell'acclamata trilogia di Copenaghen di Tove Ditlevsen: il ritratto bruciante del viaggio di una donna attraverso l'amore, l'amicizia e l'ambizione in tutte le sue forme.
Tove ha soltanto vent'anni ma è già famosa, è una poetessa pubblicata ed è la moglie di un editore molto più grande di lei. Il suo cammino nella vita sembra segnato, eppure non ha idea delle battaglie che ancora l'aspettano: relazioni amorose tormentate, gravidanze desiderate e non, fallimenti artistici e una serie di dipendenze distruttive. Con il passare degli anni, la tensione centrale della vita di Tove viene dolorosamente messa a fuoco: il terribile richiamo della dipendenza, in tutte le sue forme, e la possibilità di vivere liberamente e senza paura, come artista, a modo suo.
L'ultimo volume della trilogia di Copenaghen, probabilmente il capolavoro di Ditlevsen, è un resoconto oscuro e incredibilmente onesto della dipendenza e della possibile via d'uscita.
«Prima ancora di Joan Didion e di Annie Ernaux, la scrittrice danese trasforma la propria esistenza in opera d'arte».
Michela Marzano
«Si riconosce subito la voce sincera, fresca e leggermente beffarda di Tove, finalmente riscoperta anche in italiano».
Cristina Taglietti, «Sette Corriere della sera»
«Queste memorie scritte in uno stato di trance, quasi di autoipnosi, che anticipano di molti anni l'autofiction, appaiono sorprendentemente fresche».
Livia Manera, «la Lettura Corriere della Sera»
«Oggi possiamo godere anche noi della trilogia di Copenaghen, in cui Ditlevsen passa in rassegna la sua vita dalle origini proletarie all'affermazione letteraria fino alla dipendenza dall'alcol con uno stile asciutto ed evocativo insieme».
Veronica Raimo, «D la Repubblica»
«Ditlevsen, l'Ernaux danese del Novecento, viene finalmente riscoperta».
Carlotta Vissani, «il Fatto Quotidiano»
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