Oggi larchitettura sta vivendo una stagione di grande instabilità. Sulla scia della globalizzazione, la pervasività della tecnologia e delle mode, le problematiche sociali ed economiche e il conseguente disorientamento dellindividuo ne hanno radicalmente trasformato gli assunti teorici e le applicazioni pratiche. Se un tempo larchitettura era ununità compatta, con una finalità chiara e definita, ora si ha la sensazione che i suoi valori stiano attraversando una crisi profonda. Che larmonia e la coesione del passato fatte le opportune eccezioni abbiano ceduto il passo a un caotico insieme di «saperi specifici» e isolati. Quali misure occorre adottare per «restituire allarchitettura la sua natura di magica scrittura terrestre, in questo periodo messa in ombra da intenzioni temporanee»? È possibile ridare smalto alla bellezza, ormai «dimenticata o volutamente accantonata»? In questo volume, Franco Purini si chiede come combattere la superficialità delle istanze contemporanee del costruire e come ridefinire un linguaggio che non sia «un insignificante esperanto». Riflettendo sui concetti di origine e inizio, vuoto e pieno, bene e male, natura e tecnologia, spazio e tempo, lautore affronta alcune delle questioni centrali per riscoprire lo statuto primario dellarchitettura: quello di «rappresentazione fisica della nostra esistenza in tutta la sua estensione e nel mistero che laccompagna da quando esistono le comunità umane».
Anonimo -