È quasi mezzanotte. Nel silenzio di una casa abbandonata, solo il ticchettio di un antico orologio emerge come il pulsare sommesso e appena percettibile di un cuore malato. Ancora pochi secondi e il meccanismo assemblato da mani ormai defunte compirà un altro giro di valzer, aprendo il suo varco tra i giorni. Dodici battiti riecheggeranno nella cassa toracica della notte, dodici rintocchi a scandire i passi per guadare l'oggi e approdare al domani. Li ascolteremo insieme, ne assaporeremo le note sospese e immagineremo una storia per ognuna di esse. Per la durata di dodici rintocchi ci lasceremo tutto alle spalle, indosseremo come un mantello le nostre paure d'infanzia e andremo a caccia di brividi negli angoli più bui della notte d'Ognissanti.
Anonimo -