Perché le donne dovevano mangiare meno degli uomini? Perché, quando assassine, uccidevano offrendo una pozione letale all'uomo da eliminare? Cosa collega le sante digiunatrici del Medioevo e della prima età moderna alle anoressiche dei nostri giorni? La storia plurisecolare della relazione, meglio sarebbe dire delle relazioni, fra le donne e il cibo è naturalmente assai più ricca di questa semplice trama, folclorica eppure reale. Essa si compone del richiamo all'idea di tentazione, del valore per un verso marginalizzante e per l'altro cruciale della gestione 'quasi' esclusiva della preparazione dei pasti, della presenza di eccessi squisitamente femminili quale fu ed è l'anoressia santificata o patologica che fosse e di altro ancora. Se non ci si limita, come fanno le autrici di questo libro. alla semplice descrizione dei fenomeni registrati dalla ricerca storica, ma al contrario si voglia individuare le matrici e i possibili fini, allora il ragionamento si fa davvero interessante.
Anonimo -