**La storia della guerra attraverso i documenti top secret
«Di lettura immediata Pieno zeppo di notizie scioccanti.»
The New York Times Book Review
Il libro scandalo del Washington Post al centro del dibattito e in vetta alle classifiche americane**
Il racconto sconcertante di come tre presidenti degli Stati Uniti e i loro capi militari abbiano ingannato il mondo per venti lunghi anni riguardo alla missione americana in Afghanistan.
A differenza delle guerre in Vietnam e Iraq, l'invasione americana dell'Afghanistan ha avuto un sostegno quasi unanime da parte dell'opinione pubblica. All'inizio, gli obiettivi erano chiari e diretti: sconfiggere al-Qaeda e prevenire il ripetersi di attacchi terroristici. Tuttavia, dopo soli due anni, quando gli Stati Uniti hanno isolato i talebani, la missione ha preso tutt'altra strada.
I documenti scoperti dal «Washington Post» mostrano che il presidente Bush non conosceva il nome del suo comandante in Afghanistan e non gli interessava incontrarlo. Il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld ha ammesso di non avere «nessuna idea su chi fossero i cattivi». Il suo successore, Robert Gates, ha dichiarato, ancora più esplicitamente: «Non sapevamo nulla di al-Qaeda». Dossier Afghanistan è un resoconto scioccante di come ben tre governi degli Stati Uniti hanno manipolato l'opinione pubblica per giustificare un conflitto infinito costato, tra l'altro, oltre 2.300 miliardi di dollari e 241.000 morti.
«Documentato in modo impressionante Secondo questo autorevole resoconto, la guerra in Afghanistan è stata un colossale fallimento che avrebbe dovuto finire anni fa.» Kirkus Reviews
«Un resoconto inaspettato e scioccante.» Booklist
«Rigorosamente dettagliato... Uno sguardo su come i leader americani hanno scelto di insabbiare i loro errori e lasciare che la guerra andasse alla deriva.» Publishers Weekly
«Il racconto schiacciante e scandaloso di come è stata manipolata la debacle militare in Medio Oriente.» Washington Independent Review of Books
Craig Whitlock
è un giornalista investigativo pluripremiato del «Washington Post», tre volte finalista al Premio Pulitzer. Dal 2001 si occupa della guerra globale al terrorismo come corrispondente estero e specialista della sicurezza nazionale.
Anonimo -