"Fiore de sale, l'amore fa penà ma nun se more, d'amore nun se more ma se sta male." Era lo stralcio di una canzone romana degli anni '70.
In effetti è vero, le sofferenze d'amore ci tengono comunque in vita, non ci uccidono. Pretendono di essere vissute e crescono in modo incostante attimo dopo attimo, giorno dopo giorno per poi attenuarsi col tempo, lasciandoci delle cicatrici più o meno profonde. Quando chi amiamo esce dalla nostra esistenza, il dolore arriva su di noi ad ondate a volte leggere, a volte furiose e reagire può sembrarci impossibile.
Ho conosciuto Barbara tramite amici in comune a settembre 2011 quando resisteva a questo dolore. Immersa, corpo, anima e cuore in un'intensa favola d'amore appena finita suo malgrado.
Qui c'è parte di noi e del nostro vissuto, fatto di parole ed emozioni. Alla domanda: cosa ti ha colpito di Lei? Una risposta scontata sarebbe: i suoi occhi. In realtà è proprio così, se poi ho conosciuto una donna unica e con rare qualità, nei suoi occhi ci sono cascato dentro al primo sguardo senza più riuscire a uscirne fuori.
C.
Anonimo -