Con una sessantina di foto di raro impatto emotivo, corredate da testi esplicativi e scritti dell'epoca, il volume fa rivivere l'appassionante atmosfera di attesa e di ricerca di cambiamento che animava la società cecoslovacca nei mesi tra il gennaio e l'agosto 1968. Non tralascia d'altra parte di documentare il trauma dell'invasione e contiene la cronologia degli eventi e una bibliografia essenziale. Per originalità interpretativa e ideazione editoriale questo lavoro si differenzia nettamente dalla pubblicistica che periodicamente, a ogni scadenza, si ripresenta più per ricordare il dramma e le conseguenze dell'intervento sovietico che la carica innovativa dell'esperimento in atto tra Praga e Bratislava e la bruciante attualità di quelle aspirazioni profonde. Günter Grass nel suo discorso tenuto in Brasile, all'indomani della fine dell'esperienza cecoslovacca, sottopone a una critica sferzante le velleità rivoluzionarie dei movimenti di contestazione occidentali a fronte del concreto impegno per riforme di tipo socialista e democratico che era proprio degli esponenti della Primavera. La pubblicazione si avvale tra l'altro del ricco archivio fotografico di Rodrigo Pais, che ebbe la fortunata occasione di recarsi a Praga proprio tra aprile e maggio di quell'anno. Francesco Leoncini, autorevole studioso della storia e della realtà politica dell'Europa centrale, è membro onorario della Masarykova Spolecnost [Società Masaryk] di Praga e socio della Deutsche Gesellschaft für Osteuropakunde di Berlino. Si è occupato di minoranze e autodeterminazione con particolare riferimento all'ex Cecoslovacchia. Dagli anni `70 ha parallelamente sviluppato i suoi interessi sui movimenti alternativi al sistema sovietico ed è uscito nell'89 con i due volumi L'opposizione all'Est 1956-1981 e Che cosa fu la "Primavera di Praga"? Nel 2008 ha dato vita all'opera collettanea Alexander Dubcek e Jan Palach. Protagonisti della storia europea, al quale è seguito nel 2011 L'Europa del disincanto. Dal `68 praghese alla crisi del neoliberismo, entrambi presso Rubbettino. Alla ricerca delle radici del dissenso cecoslovacco ha recuperato la figura del fondatore dello Stato e primo presidente, Tomáš Garrigue Masaryk, e ne ha tradotto il suo scritto programmatico del 1918, La Nuova Europa, che ha importanti risvolti in ambito geopolitico e affinità con il pensiero mazziniano. Ha insegnato Storia dei Paesi Slavi e Storia dell'Europa Centrale all'Università Ca' Foscari di Venezia.
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